L’etichetta come primo veicolo di Storytelling.
Letteralmente, Storytelling equivale a ‘raccontare una storia’; rileggendo il significato di ‘storia’, troviamo che corrisponde ad attività e concetti ben definiti, quali: ‘ricerca, indagine e cognizione’, da cui si fanno derivare in modo diretto: ‘sapere’ e ‘vedere’. Mentre alla voce ‘racconto’ è interessante trovare che si tratta di un ‘componimento…dedicato in genere a una sola vicenda e destinato a una lettura ininterrotta, distinto dalla fiaba perché tende a rappresentare i fatti come realmente avvenuti’. In poche righe sono raccolte alcune delle principali attività e caratteristiche costitutive dello storytelling, termine che, oggi, ha molto successo e risulta imprescindibile per tutte le aziende, non solo del settore vinicolo. L’importanza di comunicare contenuti al fine di avviare, alimentare e consolidare un dialogo con i propri clienti (attuali e potenziali), nasce dalla consapevolezza che i contenuti e il modo di comunicare unidirezionale che le aziende utilizzavano in passato, risultavano schematici, superficiali e omologati, in una parola inefficaci e, soprattutto, non si teneva conto del fatto che le persone, nella relazione azienda-cliente, desiderano essere (o avere) parte attiva.
Naming e packaging
Non c’è prodotto o comparto che non abbia predisposizione al racconto, ma quello del vino è sicuramente fra gli ambiti produttivi privilegiati per la sua antica e profonda affinità con le facoltà creative e intuitive della mente e, di conseguenza, con la cultura; come una bellissima frase di Luigi Veronelli afferma: “il vino va bevuto per questo miracolo. Spinge l’intelligenza alle cose migliori”. E per il racconto del vino, della sua personalità e dei suoi valori, ben sapendo che non si può prescindere da una serie di attività e linguaggi fra loro coerenti e accuratamente integrati, l’etichetta posta sulla bottiglia è, a tutt’oggi, la vera protagonista. Per ricondurre i concetti accennati a un percorso progettuale concreto, abbiamo pensato di avvalerci della case history realizzata di recente per la Produttori Associati Moscato d’Asti, evitando volutamente le esperienze per aziende produttrici private alle quali, per altro, in circa 35 anni, abbiamo applicato lo stesso approccio metodologico. Il progetto è iniziato con una ricerca e un’indagine accurate che ci ha permesso di individuare i contenuti e i valori sui quali costruire la nuova identità; l’analisi strategica ha consentito di definire l’indirizzo progettuale ed il posizionamento, ma anche altri aspetti come prezzo, distribuzione e comunicazione.
Mario Berchio, enologo Natincò
Il nome del nuovo vino doveva esprimere il carattere collettivo dell’iniziativa ed il suo ambizioso proposito: una grande associazione di viticoltori e vignaioli decide di creare un vino che diventi punto di riferimento della propria tipologia, attraverso la messa a punto di un metodo produttivo ben definito. In relazione logica col nome ’Natincó’, il visual mostra un coro di persone che cantano e dà quindi vita ad un’armonia; non è forse - il vino - ‘il canto della terra verso il cielo?’ Esprimendo allo stesso tempo il particolare metodo produttivo applicato per questo Moscato che consiste nella composizione di selezioni scelte in rapporto al potenziale qualitativo.
L’etichetta mostra un coro elegante, raffinato, in accordo con le caratteristiche del vino stesso e al tempo stesso evoca la tradizione musicale italiana che, nel melodramma, raggiunge la sua espressione più alta e universalmente riconosciuta. Un ulteriore aspetto fortemente caratterizzante è costituito dal colore, scelto perché decisamente distintivo, memorizzabile e capace di produrre nell’osservatore immediate associazioni con i profumi freschi e floreali del vino stesso. Tutti questi elementi di contenuto contribuiscono a creare ed esprimere un valore di unicità e di originalità secondo una struttura di senso che viene colta e interpretata dall’osservatore, anche da angolazioni diverse e, in rapporto alle proprie caratteristiche culturali e sensibilità emozionale, ne riconosce il grado di autenticità, aspetto decisivo affinché lo storytelling risulti efficace. Tutta la comunicazione conseguente, declinata su diversi media che vanno dal sito internet a una serie di video virali, dall’adv al classico trade folder, dallo stand alla presentazione digitale, rispondono a un principio di coerenza che guida e accompagna il progetto di ogni strumento in modo che agisca - come Carl Gustav Jung sintetizza in modo mirabile: ‘l’istante osservato è il totale di tutti gli ingredienti’.
Comunicazione integrata e immagine coordinata
Tag Global design, Packaging